La macchia AR3664

Ad inizio maggio del 2024, nei pressi dell’emisfero sud della nostra stella, si sono formate un gruppo molto esteso di macchie, che ha ricevuto l’etichetta AR 3664. La regione è letteralmente esplosa tra il 7 e l’8 in dimensioni, raddoppiando in 24 ore. L’8 maggio ha raggiunto 1200 milionesimi di dimensione, pari allo 0,12% della superficie solare, e il 10 maggio addirittura i 2400 milionesimi. Inoltre, la struttura del campo magnetico di questa zona si è mostrata da subito molto complessa, tanto che ad alcuni ha ricordato il gruppo di macchie che il 1° settembre del 1859 si rese protagonista della più potente tempesta solare mai registrata: l’Evento di Carrington.
AR 3664 ha prodotto tantissimi brillamenti. I 12 flare più intensi sono ben 8 in classe X (tra cui un X5.9, secondo più intenso dell’intero ciclo) e i restanti 4 superiori a M8. Ad alcuni brillamenti è stata associata una CME significativa!
A partire dalla sera del 9 maggio, la comunità scientifica sapeva che la CME avrebbe colpito la Terra nelle prime ore di sabato 11. La giornata è trascorsa nell’attesa, quando alle 19:20 il fronte della tempesta solare ha superato i nostri satelliti di monitoraggio ed ha colpito la magnetosfera terrestre. Il campo magnetico del nostro pianeta si è compresso sotto l’assalto delle particelle cariche della CME e l’enorme energia della tempesta solare ha cominciato a scaricarsi nell’alta atmosfera terrestre, generando aurore molto intense.
In Italia era pieno giorno, ma con il calare della notte lo spettacolo è diventato sempre più apparente, finché alle 22:30 sono stati registrati i primi avvistamenti che mostravano un mix di fenomeni aurorali variegati.
Dalle regioni meridionali è risultato visibile esclusivamente il SAR, mentre da quelle settentrionali era chiarissima anche la presenza dei pennelli aurorali veri e propri, di colore magenta e verdastro.

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